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25 Gennaio 2025
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Il diario: visita in Federcalcio. Emozioni, ricordi e occasioni formative

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25 Gennaio 2025
Lettura: 5 minuti
Nel pomeriggio di venerdì 10 gennaio, dopo gli incontri al CONI, siamo stati ospitati presso la sede della FIGC a Roma. Ci ha accolti Paolo Corbi, responsabile Comunicazione e Ufficio Stampa della Federcalcio e della Nazionale, che nella suggestiva sala dedicata a Paolo Rossi ha parlato della propria professione a trecentosesssanta gradi spiegando le principali attività media dell’Area Comunicazione, in particolare quelle con le Nazionali Azzurre. Corsisti in FIGCSono stati toccati argomenti decisamente interessanti: l’organizzazione degli stadi in vista degli eventi, i media center, la gestione delle interviste e dei momenti di crisi. Un’opportunità significativa perché abbiamo potuto confrontarci con un professionista del settore che ha messo a disposizione tutte le proprie conoscenze e competenze, nella sede istituzionale del calcio italiano, mentre eravamo circondati dai trofei conquistati dalla Nazionale e da foto celebrative che ci hanno fatto emozionare e brillare gli occhi.

Per la video clip della giornata click qui

LA SALA “PAOLO ROSSI”

Nella sede della FIGC, la sala del Consiglio Federale non poteva che essere intitolata a Paolo Rossi, storico calciatore della nazionale che ha condotto gli azzurri alla vittoria del mondiale spagnolo del 1982 ed è, purtroppo, scomparso lo scorso 9 dicembre 2020. A dir poco scontata è stata la nostra emozione: Rossi è una leggenda del calcio italiano entrato nei cuori di tutti gli italiani, indipendentemente dalla fede calcistica. Insieme a Bobo Vieri e Roberto Baggio, detiene il record di miglior marcatore azzurro nella storia dei mondiali con 9 gol ed è stato il primo giocatore nella storia ad essere nello stesso anno campione del mondo, capocannoniere di quell’edizione e infine a vincere il Pallone d’oro, dopo di lui solo Ronaldo il fenomeno è riuscito in tale impresa.

 

UNA TRADIZIONE SEMPRE VIVA

Foto NazionaliÈ una sorta di sala dei ricordi e rappresenta un tributo alla storia delle Nazionali di calcio. Precede la sala “Paolo Rossi” e si presenta con le pareti ricoperte da immagini che raccontano decenni di successi, evoluzione e dedizione sportiva. Da un lato, i volti dei campioni della Nazionale maschile richiamano momenti iconici, come finali storiche e partite che hanno unito il Paese. Dall’altro, le fotografie delle squadre femminili e femminili, del futsal e del beach soccer mostrano l’evoluzione delle diverse discipline, evidenziando l’ampiezza del movimento calcistico nazionale. Le immagini non si limitano a celebrare i trofei, ma ritraggono anche sorrisi, esultanze e volti segnati dalla fatica e dalla determinazione. L’atmosfera generale è solenne, ma senza retorica, e trasmette l’importanza di preservare e valorizzare il patrimonio sportivo italiano. Non solo un omaggio ai grandi nomi del passato, ma anche un riconoscimento per l’impegno e i valori che hanno reso il calcio un fenomeno sociale e culturale di primo piano. Per gli appassionati di calcio, questa sala offre un’esperienza immersiva e documentaristica, che invita a riflettere sulla ricchezza di una tradizione sportiva che continua a evolversi.

 

LA GESTIONE DELLA PARTITA

«L’organizzazione di una partita della Nazionale inizia tre mesi prima dell’evento -ha spiegato Paolo Corbi- Il nostro primo compito è quello di scegliere uno stadio omologato alle nuove disposizioni UEFA, che ha stilato un regolamento valido per tutti i media. Questo cambiamento ha comportato, purtroppo, l’impossibilità di giocare nel sud Italia a causa di infrastrutture non ancora adeguate. Una volta la Nazionale poteva giocare in città come Lecce, Catanzaro o Napoli, mentre oggi le uniche strutture in linea con le disposizioni UEFA sono l’Olimpico (Roma), San Siro (Milano) e l’Allianz Stadium (Torino)». Una volta scelto lo stadio vengono individuati spazi per le tv e la zona mista. Il regolamento prevede una sala lavoro per i giornalisti, una per i fotografi e una sala conferenze tra i sessanta e gli ottanta posti».
E all’interno del team di comunicazione della Federazione? «Siamo divisi in due gruppi: la vera e propria redazione che si prende cura del sito e dei comunicati stampa, e un’equipe che si occupa della logistica dei media».

 

LE STRUTTURE: IL MEDIA CENTER

«Ogni manifestazione FIFA o UEFA ha il proprio regolamento -ci informa Corbi- in alcuni casi è previsto l’obbligo, in altri la facoltà, di creare un media center. L’Italia come tutte le grandi nazionali lo ha sempre allestito. Si tratta di una struttura polivalente a cui tutti i giornalisti accreditati al torneo possono accedere per lavorare, seguire da remoto allenamenti e conferenze stampa».
«L’Italia ha sempre un grande seguito indipendentemente dai risultati sul campo. È evidente però che arrivati ai Quarti o alle Semifinali, la struttura arrivi facilmente ad esaurimento posti. Questo lo si deve anche ai broadcaster delle Nazionali dei paesi eliminati, che avendo pagato i diritti del torneo devono necessariamente continuare a seguire la manifestazione fino alla fine».

 

QUELLA VOLTA CHE CHIELLINI

FIGC«Abbiamo l’obbligo di fare due interviste al momento dell’arrivo allo stadio: una con l’allenatore ed una con un giocatore scelto dall’ufficio stampa -ricorda Corbi- per noi è fondamentale che i giocatori abbiano la consapevolezza che le interviste vanno fatte, anche e soprattutto nei momenti difficili: ricordo quando Giorgio Chiellini, chiamò Jorginho e Marco Verratti dopo la sconfitta nelle qualificazioni al Mondiale del 2022 con la Macedonia per andare in conferenza stampa, dopo essersi consultato con me. È anche per questo che cerchiamo di costruire una prassi nei rapporti con gli atleti». Non ci sono solo le crisi di origine sportiva: a tal proposito Corbi ricorda la vicenda scommesse che portò all’ingresso delle forze dell’ordine al centro tecnico di Coverciano per parlare con tre giocatori della Nazionale: «È stato un caso impossibile da gestire. Anche perché, nonostante la discrezione della Polizia che arrivò in borghese e con auto normali, tutto fu ripreso in diretta dalla RAI, perché gia al Centro Tecnico per seguire gli allenamenti. In quell’occasione necessitammo di un legale per scrivere il comunicato stampa».

 
 

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