Tra calcio e cultura: il Museo del Perugia Calcio
Esponente storico della tifoseria del Perugia Calcio, e tra i fondatori del Museo della squadra biancorossa, Claudio Giulietti è un autentico pozzo di conoscenze della storia del grifo: dal “Perugia dei Miracoli” del presidente Franco D’Attoma, a quello della vulcanica gestione del patron Luciano Gaucci, fino ad oggi, anzi a pochi giorni fa, con Massimiliano Santopadre che a metà agosto ha lasciato la guida della società.
Inaugurata nel 2016, la struttura rappresenta una vera e propria eccellenza del panorama nazionale: «Siamo stati riconosciuti dal Museo del Calcio di Coverciano tra i primi tre itinerari calcistici a tema storico. Il nostro non è solo un viaggio sportivo, ma si intreccia direttamente con le vicende della città, la sua cultura e i suoi costumi – afferma Giulietti con orgoglio- ogni narrazione nei banner affissi alle pareti ha un riscontro tangibile nei cimeli esposti nelle teche, che raccontano uno spaccato di calcio e società». Giulietti fa parte della commissione del Museo che, insieme a Roberto Settonce, Giordano Martucci e Federico Ceccarini, pianifica ed organizza gli incontri, con la collaborazione del marketing e dell’ufficio stampa della società.
Con oltre 25 eventi all’anno, il Museo è uno spazio particolarmente attivo, con un occhio di riguardo soprattutto alle nuove generazioni: «Organizziamo numerosi incontri con le scuole, il cui format si sviluppa secondo tre step: il primo è la “Lezione di Grifo” dove tra curiosità e momenti salienti di storia del Perugia cerchiamo di stimolare l’attenzione dei visitatori. In seguito, dopo un breve giro dell’itinerario, segue la visita dentro lo Stadio “Renato Curi”, un momento emozionante in particolare per i più piccoli».
Questi incontri, oltre che sul piano formativo, sono finalizzati anche ad avvicinare i giovani alla compagine biancorossa, un’impresa sempre più complessa vista la natura business centrica del calcio: «Oggi è molto difficile riuscire a far appassionare le nuove generazioni – afferma Giulietti – ai tempi della mia adolescenza, nel giorno della partita i tifosi aspettavano la squadra che pranzava in Corso Vannucci e poi tutti assieme si scendeva per raggiungere lo Stadio Santa Giuliana. Oggi questa è pura utopia. Si è perso il senso d’identità, l’appartenenza, tutti valori che cerchiamo di trasmettere nei nostri incontri».
Alessio Modarelli
Il Museo, la scheda
Nei pressi dello Stadio “Renato Curi”, in via Pietro Conti, sorge il museo del Perugia Calcio, un luogo dove tifosi, sportivi e semplici curiosi possono immergersi nella ultracentenaria storia del grifo. Dal record d’imbattibilità nella Serie A 1978-1979, passando per il trionfo nella Coppa Intertoto sotto la gestione del patron Luciano Gaucci, fino ad arrivare all’attuale presidenza di Massimiliano Santopadre.
Aperto nel luglio del 2016, la struttura si compone di 4 sale tematiche. Varcato l’ingresso e superato un atrio biancorosso decorato con raffigurazioni stilizzate di alcune leggende del club tra le quali i calciatori Pierluigi Frosio e Giovanni Tedesco, si raggiunge la sala dedicata alla Curva Nord. Sciarpe, fotografie, riviste e persino tamburi d’epoca, accompagnano il visitatore nella ricostruzione storica del cuore caldo del tifo perugino. Accanto si trova anche una sala conferenze, abbellita dalla raccolta di vignette calcistiche dell’artista Marcello Pitorri e dalla teca contenente la divisa di Renato Curi indossata nel giorno della sua scomparsa, il 30 ottobre 1977 durante Perugia-Juventus. Proseguendo si entra nel vivo del museo, nella timeline room che ripercorre tutti i 119 anni di attività del club. La particolarità risiede nel continuo incrocio tra calcio e cultura. Infatti in ogni cimelio, specialmente quelli più longevi, si può cogliere uno spaccato di società con i suoi costumi e le sue peculiarità. Tra i numerosi spiccano i borsoni e le divise del Perugia degli anni 60 e la ricca carrellata di foto concernenti l’epoca dello Stadio Santa Giuliana, impianto che i biancorossi usarono dal 1937 al 1975, anno di inaugurazione del “Curi”.
A. M.
A cura di
- Alessio Modarelli