Il Tedesco come opportunità
«Ho la fortuna di aver svolto per più di quaranta anni il lavoro più bello del mondo». Così Stefano Bizzotto, giornalista e telecronista Rai che per due giorni si è raccontato a Villa Umbra a Pila, Perugia, per l’Academy del Giornalismo.
Bizzotto inizia la propria carriera nel paese di origine, Bolzano, da lì grazie all’aiuto di un amico di famiglia riesce a collaborare con un giornale locale specializzandosi nella Pallavolo. La svolta arriva però dall’incontro con Marco Degli Innocenti: celebre giornalista umbro, specializzato in calcio tedesco. Bizzotto, conosce molto bene la lingua tedesca e con gran piacere inizia a seguire Degli Innocenti in giro per la Germania per raccontare il campionato di calcio tedesco. Il momento cruciale arriva quando l’amico giornalista umbro si infortuna alla spalla, a quel punto Bizzotto guida fino a Vienna per assistere ad una partita e lo aiuta anche nella stesura di un articolo a quattro mani sul match. Lì arrivano le lodi di Candido Cannavò, direttore de “la Gazzetta dello Sport”, giornale per cui lavorava Marco Degli Innocenti; insieme ai complimenti per le capacità giornalistiche arriva anche la grande proposta, a soli 24 anni Bizzotto ha l’occasione della vita: essere assunto da “la Gazzetta dello Sport”, il giovane giornalista non può non accettare.
A 30 anni decide di far svoltare nuovamente la propria carriera quando tramite alcune conoscenze scopre di un posto vacante come giornalista sportivo nella Rai e in poco tempo viene scelto per quel ruolo. Dalla Rai poi non si muoverà più per i successivi 33 anni e sarà proprio lì che probabilmente appenderà la penna al chiodo dopo una lunga carriera piena di soddisfazioni.
«La telecronaca è il momento che più di tutti mi emoziona, ho raccontato tante partite dal vivo e in ognuna di esse ho lasciato il cuore». Così Bizzotto ricorda uno degli aspetti più gratificanti del proprio lavoro e che lo ha consacrato come giornalista sportivo. Questa grande capacità nel racconto delle partite ha però alle spalle un grandissimo lavoro di archiviazione di informazioni, di studio e di memoria. Ciò che infatti distingue Bizzotto dalla stragrande maggioranza dei giornalisti di sport è il suo archivio personale. Il telecronista infatti, fin dai suoi primi articoli ha sempre avuto l’abitudine di mettere da parte spezzoni di partite, gol, caratteristiche e particolari eventi, per ogni partita che gli capitasse davanti, tutto ciò gli ha permesso di arrivare a 63 anni avendo a disposizione un archivio di oltre 2500 tra DVD, cassette o file. È grazie a questa sua maniacalità nella ricerca e nell’archivio che ha ricevuto sempre tanto apprezzamento da parte dei vertici RAI e del pubblico, diventando difatti negli anni uno dei più noti ed apprezzati giornalisti sportivi italiani.
A cura di
- Alessio Anselmi