Sport e legalità. Incontro con il procuratore generale Sergio Sottani
Sergio Sottani, procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Perugia, ha dialogato con i corsisti dell’Academy del Giornalismo sportivo venerdì 10 ottobre. È stato un importante momento formativo.
In maniera autorevole, arguta e professionale, ma senza essere cattedratico, il procuratore Sottani ha citato tutta una serie di casi dove lo sport è stato protagonista, o solo il palcoscenico, di attività illegali o al limite del codice, come si suol dire. Un intervento che ha malcelato una forte passione per lo sport e di come questo, come tante altre attività sociali, possa e debba essere baluardo di legalità, per il suo valore educativo che porta in sé e per la vasta esco mediatica che riceve.
Tante le notizie, tante le informazioni ricevute che i corsisti hanno cercato di riproporre negli articoli qui di seguito
Gli ultras non possono far sospendere le partite
«Caso curve Milan e Inter? Io non ho le carte, ma sono preoccupato per il legame che sembra esserci tra il calcio e la criminalità». Così Sergio Sottani, procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Perugia, nell’ambito dell’incontro sui reati nello sport presso la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica.
Uno dei passaggi chiave è stato il fenomeno che vede le curve calcistiche imporsi sempre di più nel rispetto dell’evento sportivo: «Sul piano penale la situazione è preoccupante. Ci sono circostanze in cui sono stati gli ultras a far sospendere le partite o forzare lo sciopero del tifo, a discapito del regolare svolgimento della gara- prosegue il Procuratore- Non è questa la cultura sportiva, e la stampa rispetto a questa tematica non pare attribuirvi la giusta importanza».
Non sono mancati gli esempi riguardo a questa situazione, come il caso della Finale di Coppa Italia del 2014 tra Fiorentina e Napoli, in cui gli ultras partenopei, per il volere del leader Genny ‘a Carogna, hanno impedito il regolare svolgimento della partita. Emblematico è anche l’episodio che il 29 ottobre 2022 coinvolse la curva dell’Inter, la quale, appresa la notizia dell’omicidio dello storico capo Vittorio Boiocchi, costrinse gli altri tifosi a lasciare lo stadio, famiglie comprese.
Infatti, a conferma di ciò “La Gazzetta dello Sport” ha recentemente pubblicato un sondaggio, il cui risultato ha tristemente evidenziato il sostegno da parte dei giovani nei confronti del tifo organizzato. Molti sono favorevoli alla collaborazione tra ultras e società, ma limitando la loro ingerenza nelle decisioni a situazioni eccezionali.
Simone Anastasi, Alessio Modarelli,
Alessio Anselmi, Cristian Gatti
Maggiore collaborazione fra Stampa e Magistratura
«Non ci sono reati specifici nel codice penale per quando riguarda la manipolazione dei risultati sportivi». Così si è espresso Sergio Sottani, procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Perugia, nella sede della Scuola Umbra d’Amministrazione Pubblica a Pila.
Davanti ai corsisti e ad altri giornalisti intervenuti su invito dell’Ordine dei Giornalisti, Sottani ha introdotto alcuni dei reati speciali con cui si cercano di affrontare le questioni relative al doping e alle scommesse che, secondo il magistrato, avrebbero trovato ulteriore proliferazione grazie al web: “Dopo il primo scandalo del Totonero negli anni ’80 è stata introdotta una legge speciale (legge n. 401/89, ndr) dedicata al reato di frode in competizione sportiva, assieme ad un’altra (legge n. 376/00, ndr) che ha definito cosa è il doping e istituito un’apposita Commissione per la Vigilanza e il Controllo”.
Con il nuovo millennio, e in particolare con l’avvento delle nuove tecnologie, le cose sono cambiate: «Oggi sul web si può trovare sia un grande traffico illecito di sostanze dopanti che un grosso giro di scommesse clandestine, grazie anche all’utilizzo di valute alternative non tracciabili come i bitcoin -sostiene Sottani -Non bastano più le classiche intercettazioni, telefoniche o ambientali che siano, per rintracciare reati di questo tipo».
Tra gli esempi che il procuratore prende in esame ci sono i casi di Giuseppe Signori, ex-calciatore di Lazio e Bologna rimasto invischiato in un caso di scommesse negli anni ’90, e di Marco Pantani, sulla cui squalifica per doping nel 1999 rimangono tutt’oggi molte ombre.
In tutto questo, rimane fondamentale la funzione del giornalista nel mettere nero su bianco la cronaca relativa alle indagini, facendo sempre attenzione a riportare le informazioni in maniera esatta.
«Spesso la giustizia sportiva si riallaccia a quella penale, seppur con tempi e conseguenze differenti. Stampa e magistratura devono collaborare in tempo reale affinché siano garantiti il diritto all’informazione e l’applicazione corretta della giustizia» conclude il procuratore Sottani.
Ludovica La Ghezza, Giorgio Lucarini,
Andrew Pompili
A cura di
- Alessio Anselmi,
- Alessio Modarelli,
- Andrew Pompili,
- Cristian Gatti,
- Giorgio Lucarini,
- Ludovica Laghezza,
- Simone Anastasi