Piediluco, al Centro di Preparazione Olimpica. I segreti del Canottaggio e delle Nazionali
Seconda uscita didattica per i corsisti dell’Academy di Giornalismo di Perugia. Dopo aver assistito ad Italia-Scozia di rugby del 6 Nazioni a Roma lo scorso 9 marzo, stavolta la meta è stata il Centro Nazionale di Preparazione Olimpica e Paralimpica della Federazione Italiana Canottaggio presso il lago di Piediluco, in provincia di Terni, per assistere al Torneo memorial “Paolo D’Aloja” del 23-24 marzo. L’evento, il primo di caratura internazionale della stagione di canottaggio, ha visto confrontarsi varie selezioni italiane in preparazione alle Olimpiadi di Parigi della prossima estate e alla fine prevalere l’Italia con ben 55 medaglie (21 ori, 19 argenti, 15 bronzi).
Guidati da Claudio Tranquilli, responsabile area comunicazione della FIC, i corsisti hanno potuto approfondire le tematiche della disciplina, dalla presenza a Piediluco alla preparazione in chiave olimpica.”Questo lago si adatta perfettamente al nostro sport per vari motivi, soprattutto climatici: c’è poco vento durante la stagione” così ha esordito il presidente FIC Giuseppe Abbagnale, due volte campione olimpico, sette volte campione del mondo e portabandiera ai Giochi di Barcellona ’92. “Piediluco come la Coverciano del canottaggio? Non è sbagliato parlarne in questi termini, ci stiamo lavorando, già in passato godeva di grande reputazione”. La famiglia Abbagnale è stata una grande protagonista dello sport italiano per cui l’attenzione si è poi spostata sul suo passato da atleta e sul rapporto con i fratelli: “Dentro di me c’è sempre stata una grande voglia di fare attività sportiva, che purtroppo rimaneva circoscritta e priva di aiuti; il canottaggio, invece, mi ha dato la possibilità di esprimermi. Ho poi tracciato il sentiero che ha permesso ai miei fratelli di introdursi a questa disciplina: con loro ho condiviso molto in ambito sportivo, insieme abbiamo superato tante difficoltà. Meglio atleta o meglio presidente? Due ruoli diversi, entrambi impegnativi. Come dirigente sportivo devi essere pronto a metterti in gioco, a confrontarti, a saper ascoltare e fare sintesi. Cosa che ho provato a fare.
“Le Nazionali qui a Piediluco? -ha concluso- stiamo lavorando con programmi differenti per gli atleti già qualificati per i Giochi, quindi più a lungo termine, e per quelli da qualificare che a Lucerna, a maggio, avranno l’ultima possibilità di andare ai Giochi”
Nunzio Sorrentino, responsabile del Centro, si è intrattenuto con i corsisti, tornando sull’importanza strategica di Piediluco: “Il centro è diventato nel tempo un punto di riferimento per tanti atleti grazie alle condizioni e alle caratteristiche favorevoli del lago, con l’assenza quasi totale di vento e la presenza di un lungo tratto rettilineo. Stiamo lavorando per renderlo ulteriormente performante sia per gli eventi, sia per le attività federali”
Carlo Gaddi, tecnico dell’Otto maschile, l’imbarcazione ammiraglia del canottaggio, e dieci volte campione del mondo da atleta, ha commentato l’odierna vittoria dell’Italia e delle squadre che allena: “Un risultato che ci dà fiducia, ma che deve essere soprattutto un punto di partenza, uno stimolo in vista delle Olimpiadi”.
I coristi hanno avuto anche la possibilità di confrontarsi con Niccolò Bagnoli, addetto stampa della Federazione Italiana Canottaggio (FIC), che gli ha parlato, a grandi linee, di come la FIC gestisce la comunicazione e ha dato importanti informazione sugli aspetti pratici del mestiere: “L’aspetto fondamentale del mio mestiere è la capacità di creare un rapporto di fiducia con gli atleti. In un certo senso, ormai, è necessario educare gli sportivi ad interagire con i media, soprattutto per il futuro della loro carriera.”
Breve, ma interessante, l’analisi su come sia cambiato il mestiere con l’avvento dei social network: “Pochi anni fa l’addetto stampa era la prima fonte ufficiale di informazione di una federazione o di una società; ora gli atleti grazie ai social hanno la possibilità di esprimersi liberamente pochi istanti dopo la gara attraverso un post o una storia. I giornali, in questo modo, riescono a avere notizie e sensazioni prima, facendo scivolare gli addetti stampa un gradino più in basso per ciò che riguarda la rapidità dell’informazione, ma non per l’importanza del ruolo”.
A cura di
- Alessio Anselmi,
- Eugenio Alunni,
- Cristian Gatti,
- Giorgio Lucarini,
- Alessio Modarelli