Il delicato equilibrio giornalisti-istituzioni. L’intervento di Franco Arcuti
«La comunicazione pubblica avviene attraverso gli uffici stampa.» Così Franco Arcuti, ex capo dell’Ufficio Stampa della Giunta Regionale dell’Umbria, sintetizza il ruolo dell’informazione istituzionale. «Lo Stato deve informare i cittadini, che hanno diritto a un’informazione trasparente».
«Nel 1970, con la nascita delle Regioni, ci siamo trovati a dover inventare gli uffici stampa per far conoscere le attività istituzionali». In quegli anni, la comunicazione avveniva ancora attraverso la stampa e la televisione nazionale, fino alla prima svolta nel 1976: «La Corte Costituzionale dichiarò incostituzionale il monopolio Rai, aprendo la strada a radio e TV libere». Da quel momento, il giornalismo e la comunicazione pubblica cambiarono profondamente.
«Chi gestisce le fonti esercita una forma di potere. Il giornalista deve ottenere informazioni da una fonte istituzionale, che può sceglierne il contenuto e il momento della diffusione»: per garantire maggiore trasparenza, nel 2000 fu introdotta la legge 150: «Questa legge ha regolamentato la comunicazione pubblica, riconoscendo il ruolo dei portavoce e degli uffici stampa con giornalisti iscritti all’albo nelle diverse istituzioni».
Franco Arcuti si è poi soffermato sulla parte più complessa e delicata del proprio lavoro: la gestione delle emergenze e delle crisi politiche, che mettono a dura prova l’efficacia della comunicazione istituzionale: «Lo scandalo sanità del 2019 in Umbria fu uno dei casi più complessi: l’Ufficio Stampa dovette mantenere cautela, limitandosi a esprimere fiducia nelle istituzioni.» Il compito dell’ufficio stampa, sottolinea Arcuti, «è fornire un’informazione tempestiva e corretta senza compromettere le istituzioni o ostacolare i giornalisti. È un equilibrio delicato, che richiede competenza e responsabilità».
A cura di
- Eugenio Alunni,
- Andrew Pompili