Archivista-Giornalista
La telecronaca è un mix tra passione e competenza>>. Così si è presentato Stefano Bizzotto, giornalista e telecronista Rai Sport, all’Academy del Giornalismo. 63 anni, nato e cresciuto a Bolzano, ha raccontato tutta la carriera sin dalle origini: «Ho iniziato a occuparmi di sport durante la quarta liceo, mi divertivo a scrivere pezzi che mia madre, cancelliera presso il Tribunale, portava con sé. Da lì a poco sono diventato collaboratore del quotidiano Alto Adige, prendendomi cura di tutti gli sport della zona, in particolare hockey su ghiaccio e pallavolo».
La svolta arriva all’età di 24 anni, quando viene assunto da “La Gazzetta dello Sport” dopo mesi di pratica al fianco del giornalista umbro Marco Degli Innocenti, che si occupava di calcio austriaco e tedesco: «Vivere a Bolzano è stato fondamentale-ha affermato Bizzotto- perché i giornali e le televisioni tedesche presenti in Trentino ci agevolavano il lavoro».
Nel 1991 entra in Rai, dove si occupa di calcio internazionale e di alcuni sport olimpici invernali, come hockey su ghiaccio, slittino, sci, fino ai campionati mondiali di nuoto del 1994, in cui racconta le imprese di Tania Cagnotto: «Non conoscevo la disciplina dei tuffi, ma per mia fortuna sono concittadino di Tania Cagnotto e di suo padre Giorgio, con il quale mi vedevo al bar sotto casa e mi facevo spiegare tutti i segreti», ha confessato. Nella seconda metà degli anni novanta Bizzotto inizia a occuparsi di telecronache di calcio e, dopo l’abbandono di Bruno Pizzul, diventa il telecronista della Nazionale A e dell’Under 21, e negli anni a venire entra a far parte dell’equipe di telecronisti per Mondiali, Europei e, quando la Rai ne acquisiva i diritti, anche Champions League, Europa League e Supercoppa Europea.
«Una delle emozioni più belle della mia carriera è stata la finale di Euro 2020 a Londra, quando l’italia ha vinto l’Europeo per la seconda volta. Ma non è l’unica, mi tengo nel cuore anche Milan-Siviglia, finale di Supercoppa Europea, macchiata però dalla morte del calciatore andaluso Antonio Puerta. E anche uno Juventus-Milan di giugno 2020, prima partita di calcio post covid, in cui prima della gara è stato osservato un minuto di silenzio per tutte le vittime del virus. Questo mestiere ti fa emozionare a trecentosessanta gradi, non solo per le cose belle» ha affermato Bizzotto.
La bravura del giornalista bolzanino sta tutta nella dedizione all’archivio personale: «Sono un archivista prestato al giornalismo. Sin dall’inizio sono abituato a ritagliare e mettere da parte qualsiasi cosa, può sempre tornare utile» ha concluso. Sembra un modo di fare maniacale, ma in realtà attorno ai suoi ritagli video ha costruito la propria professionalità, che lo rende uno dei più grandi giornalisti sportivi del parorama italiano.
A cura di
- Simone Anastasi