Sport e Inclusione, la storia di Luca Panichi racconta perché la passione non si può mai spegnere

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25 Luglio 2025
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La terrazza del Suprema Sport Village di Gubbio ha ospitato il secondo convegno dell’edizione 2025 del Giro dell’Umbria, dal titolo “Sport e Inclusione”, con ospiti Luca Panichi e Gerry Frate. Un appuntamento che ha riscosso apprezzamenti e anche un buon numero di presenze, durante il quale il protagonista principale è stato proprio l’ex ciclista Luca Panichi, che a seguito di un incidente in bici ha visto completamente ridisegnata la propria esistenza.

Luca è una figura molto conosciuta nel mondo regionale, avendo avuto modo di raccontare in più occasioni la propria storia personale, che è anche e soprattutto una storia di riscatto e di intraprendenza. “Ho dovuto trovare un modo per reinventare il mio essere sportivo”, ha spiegato ai presenti. “Quando ebbi l’incidente,quel maledetto 18 luglio 1994, il mondo mi crollò addosso. Dopo lo scontro con l’automobile durante il Giro dell’Umbria Internazionale di Ciclismo non sentii più alcun movimento dalle gambe in giù, e la mia vita fu stravolta. Ho impiegato anni per imparare a convivere con quella nuova situazione, ma poi ho trovato un modo per farlo. E ho capito che ogni sfida affrontata diventa un’opportunità per crescere e migliorare. Non ho mai smesso di sognare e di sperare in un futuro migliore. La vita è sacra in ogni sua forma, anche nei momenti più difficili, e la mia storia insegna che le sfide possono trasformarsi in opportunità”.

Gerry Frate ha scritto un monologo appositamente per questa occasione. Fino a pochi giorni fa non sapeva che sarebbe stato presente anche Panichi al convegno, ma immediatamente ha capito che quelle parole da lui scritte e pensate calzavano a pennello per quella storia. “Nel mio monologo parlo di un presunto ex ciclista che immaginava di avere tanta gente che lo guardava mentre scriveva e raccontata le sensazioni provate in passato. Una persona che poi si mette a guardare quella cornice seduto su una sedia a rotelle, e lì capisce che non è una menzogna ciò che sta guardando, quanto piuttosto il desiderio e l’illusione di poter tornare a voler essere ciò che aveva sempre voluto essere”. Un modo per far comprendere come la vita può cambiare nella forma, ma che la sostanza resta sempre la forza motrice in grado di cambiare la propria esistenza.

Mario Rossi Mario Rossi