Basket, al via il DAT Master in centro a Perugia, Palmerini: «Sport e sociale la nostra missione»

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1 Luglio 2025
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Alessio Palmerini, presidente dell’associazione DAT Street Classic, da anni porta avanti insieme a un gruppo di amici il DAT, un torneo di pallacanestro 3×3 che quest’anno giungerà alla sedicesima edizione. L’evento strutturato in due puntate scatterà nel centro di Perugia in Piazza IV Novembre dal 27 al 29 giugno, quello sarà il DAT Master. Dopodiché a luglio spazio al DAT Street Classic che si terrà nella tradizionale sede dei campetti di Pian di Massiano. Una manifestazione che nasce dallo sport ma che sin dal suo esordio ha rappresentato amche un importante veicolo sociale.

Come nasce il DAT?

«Il DAT nasce purtroppo in seguito a un evento negativo, un pomeriggio Daniel Anton Taylor, un ragazzo che frequentava i campetti di Pian di Massiano, scompare in un incidente stradale. Uno dei suoi amici Alessandro Becchetti insieme ad altri decidono di ricordare Daniel con un memorial di Basket, dato che era una delle sue passioni. La manifestazione prende il nome di DAT che è l’acronimo del suo nome e cognome. L’evento diventa subito un punto di ritrovo estivo, sia per ricordare Daniel sia per coltivare la passione del Basket 3×3».

Il DAT non è solo un evento sportivo ma anche sociale, quanto è forte questa componente?

«Il DAT non promuove solo il valore dello Sport ma anche valori sociali. Il DAT è un APS (azienda di promozione sociale), e da quest’anno anche una ASD, un’associazione sportiva dilettantistica. Crescendo negli anni c’è stato il bisogno di tramutare l’organizzazione in un discorso strutturale per ottemperare a questioni burocratiche. Il DAT punta molto sulla beneficenza che è stata tradotta nel finanziamento di più di 15 borse di studio annuali per l’Accademia di Belle Arti di Perugia, l’ateneo che frequentava Daniel. In questo modo si è voluto dare un senso di continuità al suo percorso pagando una retta agli studenti meritevoli che partivano da difficoltà economiche. Oltre a questo nel tempo ci sono state delle iniziative con il Comitato Chianelli per il supporto al reparto oncologico. Quest’anno vareremo azioni benefiche in Senegal, per promuovere lo sviluppo del movimento cestistico locale».

Il Basket da sempre ha un’intrinseca forza sociale, come si struttura il binomio socialità- sport?

«Mi sento di sbilanciarmi, credo che il DAT sia un po il fiore all’occhiello come torneo a livello nazionale. Non è solo una manifestazione sportiva ma puntiamo anche sull’inclusione, la socialità, la beneficenza a cui si aggiungono il divertimento e l’amicizia. Per noi il legame sport-sociale va di pari passo: più si alza la qualità del torneo, più si alza l’asticella di quello che si fa a livello sociale e culturale. Un altro dei nostri obiettivi è contribuire alla riqualificazione del territorio. I campi di Pian di Massiano sono la casa di Daniel, il luogo dove è nato tutto e dove cercheremo di apportare migliorie. Nel 2022 li abbiamo rimessi a nuovo grazie a un’iniziativa congiunta con il Comune di Perugia e il Rotaract Perugia Est. Tuttavia quanto fatto fino ad ora non ci soddisfa. Cercheremo ancora di alzare il livello, sebbene non siano strutture di nostra proprietà o gestione».

Quando e come è nata la possibilità di ospitare il DAT master in centro?

«Crescendo negli anni ci siamo dati degli obiettivi più alti, tant’è che tre anni fa eravamo arrivati a un punto di non ritorno per cui o si cresceva o si rimaneva sempre un po ‘nel limbo. Ci siamo proposti di portare il DAT in centro anche come veicolo di inclusione e promozione del Basket 3×3. Per noi è stato un bellissimo traguardo perché il fatto che molti ora identifichino il DAT come punto di riferimento estivo e aspettino quell’evento per noi è una soddisfazione immensa. Vuol dire che siamo riusciti ad ampliare il nostro target. I sacrifici sono stati tanti ma i risultati raggiunti li hanno ampiamente ripagati».

Che rapporto c’è con le istituzioni?

«Il DAT un’iniziativa che sposa un binomio sportivo-sociale, si è sempre trattato di un evento in cui le istituzioni hanno riposto fiducia. È ovvio che la concorrenza è tanta, Piazza IV Novembre è molto delicata, bisogna stare sempre dentro determinati paletti. E la più grande difficoltà ma anche il prezzo da pagare per poter usufruire di una location del genere. Ci tengo pertanto a ringraziare le istituzioni, senza il loro supporto non sarebbe possibile portare il DAT a questi livelli».

Ci parli dei grandi ospiti che avete avuto.

«Nel corso degli anni sono transitati da questo torneo tanti giocatori che ora militano in Serie A. Penso a Pippo Ricci capitano dell’Olimpia Milano ma anche Paul Eboua ora al Trapani Shark, Paul Biligha centro del Derthona Basket. Ci sono stati ospiti provenienti anche dal mondo della musica come il rapper Ghemon».

Quali sono i piani e le ambizioni per i prossimi anni?

«Il nostro obiettivo è continuare a crescere e far conoscere il DAT anche ai non appassionati di Pallacanestro. Abbiamo il sogno di rendere questo evento un hub di ritrovo per le tante realtà locali. Tuttavia Perugia è capace di attrarre tante persone da tutta Italia e dall’estero. Infatti quest’anno parteciperanno al torneo una squadra spagnola e una bosniaca. Un altro obiettivo è portare una seconda metà campo in centro, per aumentare il numero di squadre e far sì che il DAT diventi una tappa di qualificazione per l’accesso al Mondiale del Basket 3×3».

Che fase sta attraversando il Basket 3×3?

«Sta crescendo in maniera esponenziale, tanti giocatori di 5 vs 5 in estate si fanno tesserare da società del 3×3 per partecipare ai tornei. Un esempio è Amedeo Della Valle, capitano della Pallacanestro Brescia che ha deciso di sposare il progetto della Nazionale Italiana 3×3. La disciplina è in costante sviluppo con tante realtà che hanno iniziato a fare formazione tecnico-tattica, a partire dalle squadre giovanili. Inoltre da Tokyo 2020 il Basket 3×3 è diventato disciplina olimpica».

 

A cura di
  • Alessio Modarelli