Pallanuoto. Rari Nantes Perugia. Sacrifici, passione e valori per tornare in B
Ai piedi dell’acropoli della città di Perugia, in via Arturo Cecchi, ha sede una società che dal 1958 fa del nuoto il proprio cavallo di battaglia: la Libertas Rari Nantes Perugia. Guidata dal presidente Massimo Pici, il sodalizio umbro vanta al proprio interno la sezione di pallanuoto, che comprende sia la squadra femminile (che gioca nel campionato di Serie B), sia il team maschile. Quest’ultimo è stato costretto a ripartire dalla Serie C, dopo la retrocessione per il playout perso contro il Nuoto Club Monza. «Lo scorso anno abbiamo avuto una stagione difficile per varie vicissitudini -ha affermato Massimo Arcangeli, 50 anni, allenatore della LNR Pallanuoto Perugia- con il nuovo campionato puntiamo a riscattarci e fare un buon torneo». Il cuore tecnico della squadra perugina nasce prima di tutto dal settore giovanile, una risorsa funzionale alla prima squadra: «Siamo una società che crede molto nei giovani, basti pensare alla Leva di Pallanuoto, un’iniziativa che serve ai più piccoli per affinare gli stili di nuoto, e al contempo apprendere i rudimenti del gioco. Inoltre -continua Arcangeli- lo scorso anno la prima squadra era composta in maggioranza da giocatori originari di Perugia».
Dietro lo sport e le sue componenti tecniche, si cela una realtà fatta di straordinaria passione e abnegazione: «Non disponiamo di molte risorse economiche, infatti anche i ragazzi della prima squadra pagano una quota annuale. Si allenano tutti i giorni fra palestra e piscina, rinunciando a tante cose. Sono un gruppo ineccepibile fatto di persone che studiano o lavorano, ma ognuno con ottimi risultati».
Spazio anche al tema infrastrutture, sempre tra gli argomenti salienti: «Non avendo un impianto a norma per gli standard della Serie B, fino alla scorsa stagione abbiamo giocato le partite in casa a Firenze. Questo ha significato dover sostenere continuamente i costi elevati di una trasferta in pullman. Ritengo che sul fronte infrastrutture sia necessaria maggiore attenzione -conclude Arcangeli- Non credo sia corretto destinare in partenza gli stessi fondi a discipline diverse».


A cura di
- Alessio Modarelli